Di Paolo della Rosa.
Il Vigneto Italia ha perso dal 2000 al 2016 quasi 20% della sua superficie, passando da 800 mila ettari a 650 mila. Ciò grazie a una legge UE che compensava gli espianti di vite con sostanziosi rimborsi; lo scopo della disposizione era di frenare la sovrapproduzione di vino e contemporaneamente eliminare i vigneti economicamente meno convenienti. E bisogna dire che questa volta la UE ha fatto centro avendo razionalizzato il sistema vigneto senza perdite significative di produzione.
E’ inoltre ragionevole pensare che il provvedimento UE ha favorito anche l’aumento percentuale (sul totale del vino prodotto in Italia) dei vini qualificati ovvero DOP e IGP, passando da 62,5% a 63,3%.
Come abbiamo già scritto, la produzione media degli ultimi anni si aggira attorno ai 48 milioni di ettolitri, suddivisi in macrotipologie come segue:
DOP (DOC e DOCG): 36%
IGP (IGT): 27,5%
VARIETALI (con sola indicazione del vitigno): 1%
COMUNI (unico requisito: ottenuti da uve italiane): 35,5%
Come si può vedere, i vini comuni rappresentano una quota importante della produzione, anche perché inglobano quei vini industriali, ma più che dignitosi, come il Tavernello e simili che vengono proposti in apposite confezioni nella grande distribuzione e nelle mense aziendali, nonché molti vini sfusi.
Quanto alle tipologie, i vini rossi e rosati rappresentano approssimativamente i tre quinti della produzione, un terzo i bianchi, e il resto sono spumanti e altri tipi di vino.
Interessante è anche la suddivisione per regioni. Nel 2016 su una produzione totale di 52,304 milioni di ettolitri, il Veneto ne ha prodotto 10,825, la Puglia 9,845; buona terza l’Emilia Romagna con 8,751 che precede di molto la Sicilia con 4,830. L’Abruzzo fa la sua parte con 3,922 ed è davanti alle due regioni più titolate: Piemonte (2,961) e Toscana (2,697). Emilia Romagna, Puglia e Sicilia danno i due terzi del vino non qualificato.
Le DOP più imbottigliate sono Prosecco con più di 3 milioni di ettolitri, di gran lunga avanti a Chianti e Montepulciano d’Abruzzo, ciascuna con oltre 600 mila ettolitri. Le IGP più imbottigliate sono in ordine Terre Siciliane (1,309 mln hl), Veneto e Delle Venezie con poco più di un milione, Emilia e Puglia appena sotto.
Un buon indice delle tendenze della produzione nel futuro è la quantità di barbatelle innestate (che crescendo diventeranno vite), suddivise per vitigno, nel 2017: prima assoluta è la Glera (Prosecco) con quasi 19 milioni; seguono il Pinot Grigio (molto esportato in USA) con 11,4 milioni; buon terzo lo Chardonnay con 9 milioni, davanti al Sangiovese con 7,4 milioni. Tutti gli altri vitigni seguono a distanza abissale.