Segni particolari del Mater Bistrot: ma quanto è bravo Ale Leone, lo chef. Da loro, alla fine del pasto, mi sono detto: voglio tornare, presto. Che è il principale complimento che si può fare a un locale – anche se non l’ho ancora fatto, mannaggia al troppo lavoro!
È un bistrot spartano e modernista, gli antesignani sono il Rebelot, dove Ale è stato 2 anni come souschef, ed Exit. Non altri, perché è un format che chiede dei cuochi mooolto bravi. E ce ne sono pochi.
I piatti devono quindi essere e sono eclettici, ben progettati, facili da fare, un po’ snob e goduriosi, come richiede questo format.
La carta è suddivisa in piatti da mangiare con le mani, ovviamente antipasti – anche se è più corretto chiamarli entrate; tipo bigné allo zafferano con spuma di Parmigiano e midollo; o ostrica con guanciale, frutta e verdura. La proposta con le posate comprende 8 piatti – tenete presente che sono solo in due in cucina! – come spaghettone Verrigni con burro acido di capra, polvere nera di seppia, katsuobuchi e pompelmo, goduto assai!!, o maialino in lunga cottura con crema di cavolfiore e karkadè. C’è poi un menù degustazione al buio, non si sa cosa arriva, che costa 45 euro. Che a volte comprende alcuni piatti in carta e a volte no.
L’ambiente è, come è giusto che sia, spartano – anzi credo il più spartano di Milano.
Curiosità più: la cucina, piccola, è non a vista ma proprio parte del ristorante. Fa piacere.
Curiosità meno: prevalgono i vini cosiddetti naturali. Nessuno è perfetto.
Saranno famosi – anzi lo sono già.
Mater Bistrot, via Sottocorno 1, tel 02.91.32.16.02, www.materbistrot.it, sui 40 euro.