Nella gara del più inossidabile ristorante milanese, quelli che nulla cambiano perché il successo è tale che cambiare qualcosa è un rischio assurdo, svetta quasi invincibile La Libera. Fu aperta il 21 novembre del 1980 da Italo Manca e Gino Narducci ed ebbe subito uno straordinario successo, che non è mai scemato negli anni. Io, me lo ricordo bene, ci andai a pochi giorni dall’apertura e sempre sono tornato negli anni, perché “ci stavo bene”: che resta il primo motore del successo.
Marito della loro bravura, ovviamente. Merito dell’idea base: essere una trattoria ma elegante, di tono. Merito dei prezzi, più che corretti tenuto conto che sono a Milano e super centrali. Merito dell’ambiente, accattivante, con i tavoli fitti fitti, tipico all’ombra della Madonnina dato che gli affitti sono proibitivi. Merito di una lista delle vivande che più milanese non si può: la tradizione non di Milano ma di tutti arricchita da tantissimi altri spunti. Merito di una carta, ci sono ben 43 proposte, dolci esclusi, eclettica e intelligente, nel senso che la brigata, ben gestita dallo chef Ariano Melis, che è lì da “poco”, ovvero dalla fine del secolo scorso, riesce a gestirla in scioltezza, più che bene. E merito del fato, che sempre ci mette lo zampino: che sono diventati subito di moda e sempre lo sono rimasti. In sintesi, la quintessenza della professionalità.
Parlare di alcuni piatti fa torto agli altri, però il loro rognone alla senape antica non perdetelo.
Ah, sono sempre aperti, ma solo a cena fino a mezzanotte e oltre: chiudono solo pochi giorni, tipo Natale, il 31 dicembre, Pasqua, Ferragosto.
La Libera, Via Palermo 21, Milano, tel 02.80.53.603, www.ristorantelaliberamilano.com sui 40-45 Euro