La Brisa

Come oramai sapete, amo i ristoranti che io chiamo borghesi: devono avere un indirizzo centrale, devono essere mooooolto belli, devono avere una carta abbastanza vasta, devono proporre piatti solidi, che ruotano lentamente, con alcuni capisaldi sempre presenti.

Bene nessuno è più borghese della Brisa. Centralissima, davanti alle rovine del Palazzo Imperiale Romano. La sala, di legno, è immersa in un meraviglioso giardino, fra i più belli di Milano, dove d’estate si può anche mangiare. Una volta aveva, limite duro, una cucina molto piccola: ma un paio di anni fa sono riusciti ad affittare uno spazio contiguo dove hanno trasferito la cucina, oggi ci si lavora bene. Questo ha permesso un’ampia ristrutturazione degli spazi che ora sono abbondanti, c’è anche un tavolone all’ingresso dove non prendono prenotazioni, è per chi – clienti abituali – arriva all’ultimo momento senza aver prenotato.

La proposta è solidissima. Citare alcuni piatti è vano, però due delle loro proposte sono fra le mie preferite a Milano: il carpaccio di fegato di vitello con amarene marinate all’aceto di lamponi, taccole e erbe; e il rognone di vitello (cotto cbt, quindi senza traccia di liquido emesso in cottura) con carciofi e salsa perigourdine: puro piacere.

Il resto è eclettismo totale, con piatti ricchi, sempre creativi ispirati alle più diverse tradizioni. Tipo lingua di vitello, formaggio di capra, pane di segale, cavolo rosso e senape all’arancia; risotto con anacardi, cipolla marinata e fegatini al porto rosso; polpo fritto con broccoli mantecati e maionese di polpo al rafano; e filetto di coniglio in porchetta con radicchio tardivo e albicocche secche. Tutti ben eseguiti dallo chef patron, Antonio Facciolo.

Servizio veloce, garbato e curato, cantina super. In sintesi, un locale solido e professionalmente ben gestito che di più non si può.

Brisa, Via Brisa 15, tel 02.86.45.05.21, www.ristorantelabrisa.it, sui 55 Euro, bevande escluse