Gong

Ovviamente l’implementazione vuol dire in prima battuta interagire con la grande cucina giapponese ma poi, anche, essendo a Milano, mescolare ingredienti e tecniche italiane a quelle cinesi. Ed è quello che hanno fatto lo chef, giapponese, Keisuke Koga benissimo assistito dal co chef Guglielmo Paolucci.

Loro così definiscono il progetto: uno stile di cucina con un’anima profondamente cinese contaminata dalle tecniche giapponesi, dalla creatività italiana e dall’attenzione della cucina francese gourmet. Con una forte attenzione all’estetica del piatto. Esempio paradigmatico? Il raviolo wagyu. Si tratta di un dim sum – cioè un raviolo dalla pasta sottile – ripieno di ragù di wagyu su una base di crema di foie gras e tofu, finito con lamella di tartufo. Ecumenico…

Il tutto utilizzando, e la cosa mi piace ovviamente, le tecniche di cucina moderniste: come le basse temperature, le affumicature dirette; ma anche l’utilizzo moderno della tecnica del vapore come da tradizione cinese.

Il menù comprende oltre 60 piatti. A chi non lo conosce e va per la prima volta, consiglio il menù: I Classici di Gong, che costa 90 Euro.

Ça va sans dire, servizio e proposta delle bevande del tutto adeguate.

Per chiudere, Gong rappresenta per me alla grande la forza della cucina a Milano oggi: la realtà di avere un’offerta vastissima, a tutti i livelli, con un più, fondamentale, dato dal forte contributo dell’alta cucina, anzi delle alte cucine di tutto il mondo.

Ristorante Gong Oriental Attitude, Corso Concordia 8, tel 02.76.02.38.73, www.gongmilano.it, sui 90 Euro, bere escluso.