I dim sum sono, per sommi capi, l’equivalente cinese meridionale delle tapa spagnole e dei piatti da bacari della tradizione veneziana. Le varianti sono tantissime, accumunate dal solo fatto che vengono proposti in pochi pezzi e in formato mignon: basta se si vuole ordinarli più volte per avere un pasto completo, altrimenti sono antipasti che precedono piatti forti. Sono proposte leggere e godibili, sempre più di moda.
Ovvio quindi che tutti i ristoranti cinesi moderni e cino giapponesi li propongono. Fra i primi ad averli messi in carta a Milano è stato il Dim Sum, uno dei primi “nuovi” cinesi all’ombra della Madonnina: che sostanzialmente vuol dire ambiente ricco e bello ma per nulla “etnico” (parola che non amo ma…), brigate di cucina vaste, grande attenzione alle materie prime e comunque attenzione anche al nuovo che sta nascendo nell’Impero di Mezzo. I patron sono Yike Weng e Chiara Wang Pei, sua moglie: bravissimi imprenditori. Gli chef sono due: Wu Jing, che si occupa dei dim sum e Lin Ruizhong, che fa gli altri piatti. Fra i dim sum, dare consigli è impossibile, assaggiate quelli che più vi ispirano. Fra i piatti, le loro costine di maiale reale sono di riferimento, come pure l’anatra croccante. La scelta dei vini è adeguata e il servizio più che adeguato.
Dim Sum, Via Nino Bixio 29, Tel 02.29.52.28.21, www.dim-sum.it, sui 55 Euro, bevande escluse