Cittamani è un locale semplice da definire: propone cucina indiana nella sua versione alta, nel senso delle grandi famiglie, anche se i piatti sono tutti di tradizione casalinga. Questa è la differenza fondamentale fra la cucina indiana e quella di molti grandi paesi sia europei sia est asiatici: non esistono due cucine, una alta tipica di grandi ristoranti e grandi banchetti e una popolare, i piatti sono gli stessi, senza dubbio con una differente cura nella presentazione, nella qualità degli ingredienti eccetera ma gli stessi. E altrettanto ovviamente oggi a livello alto si utilizzano anche le tecniche di cucina più moderne, che sono di tutti.
Lo ha voluto Ritu Dalmia, grande cuoca indiana – nel suo paese possiede anche ristoranti… italiani. Attiva anche in Sudafrica e Gran Bretagna, due anni fa è sbarcata a Milano. Sempre in giro per il mondo, ha impostato i piatti ma dell’esecuzione, soprattutto quando Ritu non c’è, se ne occupa Shivanjali Shankar. Curato, va da sé, l’ambiente e soprattutto il servizio, lo segue il restaurant manager, Ludovica Falez. Si beve vino ma consiglio i cocktail, bravissimo il barman – o mixologist, non so più quale termine utilizzare – Mattia Bescapè.
Naturalmente utilizza (ottimi) prodotti italiani, salvo le spezie, che porta dall’India – e che usa in maniera più che garbata, arricchiscono il piatto, non prevaricano i sapori.
I piatti sono tanti e anche abbastanza diversi, in quanto provengono dalle diverse regioni di quell’immenso paese. Citarne qualcuno fa torto agli altri, io ho apprezzato sia alcuni classici, come il pollo al tandoori e i naan, sia proposte (per me) meno usuali come ravioli ripieni di coscia di maiale cotta a bassa temperatura, costoletta di agnello al tandoori in salsa rogan josh con patate saltate al tamarindo e petti d’anatra confit, salsa yakhani e porcini al masala.
Cittamani, Piazza Carlo Mirabello 5, Milano, tel 02.38.24.09.35, www.cittamani.com, sui 70 Euro