Amo il cibo e i piatti, ne scrivo da anni. Amo anche il bere miscelato: e un po’ lo conosco, avendo curato, al di là dell’autoconsumo di decenni, l’edizione italiana del Thomas e due libri del sommo Dario Comini.
E amo il bere miscelato quale accompagnamento dei piatti: in una dieta che mi ha fatto perdere 20 kg, potevo bere la sera 1 bicchiere di vino = 12 g di alcol. Non ho bevuto il bicchiere, troppo poco, ho messo a punto dei cocktail lunghi, sufficiente per 2 piatti, ma appunto con non più di 12 g di alcol in tutto.
So, sono convinto che il vino non è l’unico accompagnamento “nobile” ai piatti; e neppure la birra lo è, e neppure il tè. Lo sanno alcuni, soprattutto i top cuochi che lo fanno, anche perché è economicamente vantaggioso; lo sanno meno i ristoratori “normali”, cioè tutti meno 50. Soprattutto non sanno quali cocktail proporre con i singoli piatti: non è facile deciderlo ma loro sanno di non essere in grado di deciderlo. Più che mai non lo sanno i ghiottoni: il mio target.
Lo scopo di questi articoli è di parlare di cocktail, classici o meno non importa. Ma soprattutto è di spiegare ai ristoratori “normali” e al mondo degli appassionati quali cocktail abbinare ai piatti che propongono.
Puristi dei cocktail IBA evitate di leggere: soffrireste troppo.
Non posso come primo articolo che citare il “mio2 coctail, che si chiama Allan: è stata un’intuizione di comini, una sera, poi un po’ integrata ee evoluta da me.
Cocktail Allan
In un bicchiere colmo di ghiaccio:
2 parti di Cocchi americano
2 parti di bitter, meglio se chiaro
1 parte di Maraschino
1 fettina di arancia
Versione evoluta
2 parti di Cocchi americano
1 parte di Maraschino
1 parte di bitter
1 schizzo di Fernet
1 schizzo di gin
PS 1 Se si usa un bicchiere di Loos, viene più buono.
PS 2 Foto fatta da me: abbiate un po’ di pietà.