Mu Dimsum

Ma come si sta bene al Mu Dimsum! Per tanti motivi. È grosso – e a me i locali grossi piacciono – ma i coperti sono solo 60, quindi si sta ben distanziati e non è rumoroso. È bello: l’ha curato in prima persona la patronne, Suili Zhou; è luminoso, garbato, elegante ma senza strafare, domina il legno – e Mu in cinese vuol dire appunto legno, cosa siano i dimsum postulo che lo sappiate. È sempre aperto, nel senso che si mangia 7 giorni su 7 dalle 12 a mezzanotte, anche di pomeriggio.

La cucina è quella classica cantonese un po’ arricchita da altri spunti, loro la chiamano di Hong Kong. Eseguita bene, con una più che curata selezione delle materie prime e da una vasta brigata, lo chef è Kin Cheung. Ovviamente il cuore dell’offerta sono tanti dimsum integrati da tante altre preparazioni, inclusa l’anatra alla pechinese che oramai è l’emblema alto della cucina dell’Impero di Mezzo, fra l’altro disponibile anche intera e porzionata al tavolo, ma solo su ordinazione.

Servizio curato e veloce, il maitre Egidio Giovannini è italiano. Vasta scelta di vini, vasta scelta di tè. È anche cocktail bar.

Insomma, sono bravissimi a mettere a proprio agio proprio chiunque.

In sintesi, si sta proprio bene. In sintesi, grande professionalità a tutto campo.

Mu Dimsum, Via Aminto Caretto 3 angolo via Fabio Filzi, tel 338.35.82.658, www.mudimsum.it, sui 40 Euro